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---AGGIORNAMENTI ------------------------

L’uso dei farmaci per la stimolazione ovarica espone ad un rischio di insorgenza della sindrome di iperstimolazione ovarica severa (OHSS) che può richiedere l’ospedalizzazione urgente. Tale sindrome comporta alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico ed emocoagulativo e si associa ad un abnorme aumento del volume delle ovaie, versamento ascitico, pleurico, possibile comparsa di fenomeni tromboembolici e varie altre complicazioni.

La letteratura riporta incidenze variabili della sindrome da iperstimolazione ovarica dallo 0,5% al 2%. Si hanno comunque a  disposizione diverse strategie per ridurre al massimo il rischio della OHSS. Qualora il rischio di sviluppare tale condizione sia elevato, i medici del centro potranno decidere di: – sospendere il ciclo – crioconservare gli ovociti – o, nei casi di insorgenza post-fertilizzazione, di non effettuare il trasferimento degli embrioni e di procedere alla crioconservazione degli stessi ed al loro trasferimento differito non appena le condizioni di salute lo permettano, come previsto dalla legge (Art. 14 comma 3), da realizzarsi non appena possibile. Gravidanza extrauterina: il rischio e’ riportato tra la lo 0,5 e il 3% in base alla presenza o meno di un fattore tubarico di infertilità. Se il prelievo degli ovociti viene eseguito  in anestesia esso implica i rischi generici della procedura anestesiologica adottata.

Le complicanze derivanti dal prelievo ecoguidato di ovociti sono percentualmente molto basse e comprendono infezioni pelviche (0,6%), complicanze di tipo emorragico sanguinamento addominale (0,07%), perforazione dei vasi iliaci (0.04%) che possono  richiedere un ricovero ospedaliero urgente con eventuale intervento chirurgico laparoscopico; Non è esclusa la possibilità di complicanze infettive derivanti dal trasferimento intrauterino di embrioni (anche se mai riportate in letteratura). Esiste inoltre la possibilità (intorno a 1% – 10% a seconda del numero di follicoli ottenuti) che il prelievo esiti in un mancato recupero di ovociti o nel  recupero di soli ovociti immaturi o post maturi non utilizzabili per la inseminazione.

Il trasferimento in utero di più di un embrione espone al rischio di gravidanza multipla (gemellare o trigemina), con un aumentato rischio di patologie durante la gravidanza (parto pretermine, rottura prematura di membrane, diabete, ipertensione, preclampsia) e la necessità di ricorrere quasi sempre ad un taglio cesareo. Ai fini della attuale legge sulla procreazione medicalmente assistita è vietata la riduzione embrionaria di gravidanze plurime, salvo nei casi previsti dalla legge 22 maggio 1978, n.194. 5. L’incidenza di aborto spontaneo è sovrapponibile a quella esistente in caso di concepimento naturale.

Possibili rischi per il/i nascituro/i

La valutazione del rischio di anomalie, malformazioni, patologie neonatali è molto difficile e presenta diversi problemi nell’analisi dei dati, quali l’età materna più eleveta rispetto alla media della popolazione e la possibile presenza di fattori genetici collegati all’infertilità. Secondo i dati di letteratura più recenti e più ampi per quanto riguarda i casi analizzati, il rischio di malformazioni è lievemente aumentato nei bambini nati da fecondazione assistita. In particolare, in uno studio prospettico pubblicato nel 2004 viene riportata una percentuale di malformazioni del 6,1% nei bambini concepiti spontaneamente e dell’ 8,7% in quelli concepiti a seguito di FIVET o ICSI (Fertil Steril 2004). Più recentemente da un ampio studio caso-controllo emerge una percentuale di poco più alta di malformazioni in bambini nati da FIV-ICSI rispetto ai concepiti spontaneamente (11,0% vs 5,6%), ma questa differenza non risulta essere statisticamente significativa (P = 0,099) (Ann Pediatr 2009). In un ampia valutazione effettuata sui dati più recenti della letteratura emerge l’importanza del background familiare, più che della tecnica in sé, sull’aumento del rischio di malformazioni congenite in bambini nati da tecniche di procreazione medicalmente assistita (Placenta 2008)
I nati da ICSI per un fattore severo di infertilità maschile hanno un aumentato rischio di alterazioni cromosomiche (de-novo: 1.6% verso 0.5%; trasmesse: 1.4% verso 0.4% della popolazione normale). L’aumento sembra essere più correlato alla alterata qualità dei parametri seminali che non alla tecnica ICSI di per sé (Hum Reprod 2002). Peraltro, non sembrano esserci differenze statisticamente significative riguardo alla presenza di eventuali patologie neonatali in bambini nati con tecnica ICSI utilizzando spermatozoi freschi, provenienti da eiaculato o da prelievo chirurgico (Fertl Ster 2011). Inoltre, analizzando  la differenza fra la percentuale di malformazioni in bambini nati su ciclo fresco o su congelato mediante FIVET/ICSI la maggior parte della letteratura è concorde nel ritenere che, anche in questo caso, non vi sono differenze statisticamente significative fra i due gruppi di studio (Wennerholm, Hum Reprod 2011) Infine i dati relativi allo sviluppo cognitivo e psicomotorio sono concordi nel non rilevare alcuna differenza fra i concepiti spontaneamente o a seguito di FIVET e ICSI (Hum Reprod 2003, Hum Reprod Up 2008).
Questi dati sono stati confermati da un recente lavoro che valuta oltre a questi due aspetti anche la loro capacità di socializzare rispetto a bimbi concepiti spontaneamente (Neuropediatrics 2011).


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Autorizzazione Sanitaria n.51 del 10/12/2019
Direttore Sanitario Dr. Bartolomeo DE VIVO (VI 03099)